Xkite Stories
Storie di Senator e Affini - raccontate da IL GIGI
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XKite GALLERIE: THE PARTY
Oggi vedo al Malibù i cartelli delle feste che questi giovanetti
organizzano, presidente in testa, in particolare il mercoledì (ma io non sono
ancora in pensione e non “ce la faccio a farcela di esserci” il mercoledì!!). E
son bravi sti ragazzi che han tanta voglia di fare e di organizzare feste Xkite
– Malibù … ma anche noi vecchietti ce la siamo cavati bene la volta che
organizzammo
L’XKITE PARTY!!
Quando i giorni passano senza vento … i kiters cominciano a
pensare … e non sempre son bei pensieri, cioè, belli sì, ma non proprio tutti
dritti. Ma le idee che vennero a Thomas e ai suoi fedeli kiters quella volta
furono semplicemente fantastiche, e vennero una dopo l’altra, a bomba, come il
Peler.
“E se facessimo un downwind?” Qualcuno butto lì questa idea…. “si
…purchè ci sia vento!! Con sta fogna non si muove neanche una foglia … ”
“Nooo … tranquilli, tranquilli !... che poi mi scarrocciate e devo
venirvi a prendere…. Che poi se non vengo a prendervi subito mi maledite….come
al solito…” Risposta tipica di Thomas….
“Ma no dai!! Noi non siamo mica quelli della Lasco Cup!!”
“Dai facciamo che appena vien vento facciamo un downwind col Peler
fino dalla Mariella!!” “Chi arriva ultimo paga la birra!”
“No …. no ma cosa … fin là?!? Ocio che poi ….non vengo a
prendervi, scarrocciate troppo! Chissà dove mi finite voi! E’ un casino poi
recuperarvi tutti…!
“E allora facciamolo con l’Ora!! Massimo si arriva alle gallerie!
Tanto qualcuno che finisce lì c’è sempre!”
Ma mentre l’ozio e la noia attanagliavano i Senators, gli
occhietti di Thomas cominciarono a brillare: qualcosa bolliva nella mente del
guru e infatti se ne venne fuori con “però …potremmo … e se facessimo.. una
festa?”
“E cosa c’entra una festa adesso con un downwind?!”
“ Si …cioè…. Si potrebbe fare che … Potremmo ….. lì alle
gallerie …e poi…. Arriviamo fino a qui! Ma basta che poi non scarrocciate…come
al solito! Non si va più giù di qui!!”
“Giusto! Così non scarrocciamo!!”
E da lì …fu un attimo organizzare una festa nelle gallerie con
tanto di downwind mattutino con il Peler!
Per noi vecchietti le gallerie sono in un posto solo: a nord di
Campione, verso Limone. Si tratta delle vecchie gallerie dove una volta passava
la Gardesana Occidentale inaugurata il 18 ottobre del 1931 da Gabriele
D’Annunzio. Parte delle gallerie sono state poi abbandonate quando la strada è
stata migliorata e ampliata (vedi il mitico “Casa della Trota” ).
Quei tratti erano però ancora accessibili (dal lago) ….e quindi ….che XKITE
PARTY sia!
Progetto (di facile esecuzione):
- caricare le barche con cibo, birra, vele, tavole e
relativi kiters;
- bivaccare nelle gallerie mangiando panini con
salsiccia e wurstel alla brace conditi da birra circondata da salame attorno al
fuoco;
- attendere il peler del mattino e fare un bel downwind
come si deve.
E quella fu una vera festa!!
Fu così che… mentre sul Garda calavano le prime ombre della sera
(cfr. Nick Carter), tre barchette partirono dal molo del circolo dirette alle
gallerie. Carica di salsicce (rigorosamente mantovane), pane, salame e birra,
l’allegra tribù salpò! La navigazione fu tranquilla … nel senso che i
Carabinieri non ci fermarono.
Arrivati sul luogo dello sbarco si profilarono all’orizzonte i
primi problemi:
“Butei! Come femo a ‘ndar su?”
“Ocio li….”
“Varda che te sbrissi (scivoli) lì”
“Dai” dice il Guru “non fare tanto….che lì, …dai lì ….ecco! Tieni
la barca adesso…. Ocio!
E così, tra un ocio e l’altro, ci arrampicammo fin su e nessuna
bottiglia di birra si ruppe e nessuna tavola cadde nel lago e le barche furono assicurate alle
rocce.
Che dire poi….la sera calò in fretta, un fuocherello, un panino …e
come calò la notte calò anche la birra. Fu certamente una festa memorabile!! …
di cui i ricordi sono ancora poco definiti, soffusi, quanto confusi. Non si
dormì molto quella notte … come potrete immaginare. Ma alla fine anche l’ultima
palpebra cedette e si chiuse.
Ma le orecchie erano tese, in attesa del sibilo del Peler … che
arrivò. Fu prima come un soffio leggero che ancora ti cullava ma che pian piano
scacciò la nebbia birrosa dei kiters. E poi quel soffio divenne un sibilo tra
le rocce delle gallerie, un sussurro fino diventare un “Vecio sveite
(svegliati) che sto rivando a bomba!!!!”
La palpebra era però comunque pesante ma nel “caldo” abbraccio di
Morfeo qualche rumorino si fece strada fino all’orecchio del Guru.
“tump”…..”tomb”
…..”crunch”….”crunch”…”tumptumptump” ….”crack!tonk! crash! Sbong!”….crash!
tump! …. Sdrasbaradang! Clung clang cleng! Crack!”
“Ocio
le barche! Oh dai sveglia….le
barche! le barche!! Dai veloci!! C’è già un vento…. Un vento ….un vento
pazzesco!” Quei rumorini soffusi erano le barche sballottate dal vento tra loro
e sulle rocce!!!
Delle barche a noi magari poteva interessare anche poco, ma alla
parola “vento” eravamo tutti in piedi (circa).
“Dai veloci! ….prendi la roba! No le tavole, le tavole. Ocio alle
barche!”
“Che botta è venuta!?!” “sbrang….sdong ….crunch …..non posso venir
più vicino!! Salta! Salta…..no adesso si!! Non scivolare!! Dai non c’è
tempo….veloci!! Ocio”
E così tra una vela che vola, una tavola che finisce in acqua e un
kiter che sfida la gravità per saltare in barca, tutto fu recuperato e
imbarcato.
“ocio che adesso….siamo in pieno vento! … non posso lanciarvi da
sottovento quindi….siamo …in piena potenza….!! Vi fate male!! Ci saranno trenta
nodi!!”
“Figata! Figata!!”
“No ma che figata!... ma cosa dici!! Pazzo!! … Ocio! che rischiate
di prendere una botta ….attenzione…. al controllo della vela… Che vele avevate
preso…?!?”
“Ah…io per esser certo ho preso una tredici!”
“No…ma come una tredici!!!!!!...ma …non è possibile…. è troppo!!
Sei troppo pieno!!! … allora aspetta che magari cala un po’!”
“No, meglio troppo pieno che troppo vuoto (anche in relazione alla
birra questa citazione va benissimo). Al massimo faccio come Gesù e mi faccio
due passi sulle acque…!”
La prima vela calò in acqua … in piena potenza!! Non c’erano molte
possibilità di scelta: vela in acqua posata sulla leading edge, kiter in acqua
con boma già attaccato e te la alzavi tu in un attimo dall’acqua. E se la vela
si incaramellava, magari l’unica soluzione era quella di tirare i centrali e lì
sì allora arrivava una pacca della madonna!! Fu proprio in una di queste
fortunate circostanze che qualcuno … partendo a razzo …. perse la tavola. Se
noi sembravamo dei pezzi di banana che giravano in un frullatore mentre si
prepara un milk-shake, il povero Thomas e le altre due barchette sembravano
come palline in un flipper, a girare qua e là per l’alto lago ad aiutare i
“poveri-asini” kiters in balia del vento che li faceva partire come proiettili.
Fu anche il turno del Righe che scese per ultimo.
“Allora Righe….attento perché hai la vela grossa….troppo grossa
….sarai sovra sovra sovra invelato!....Ocio…..se sicuro? Dai aspetta…. Magari
dopo…”
“Si si … va bene …tu però adesso … dai lanciami che sono
l’ultimo!!” “va bene ma ocio! ….” E il Righe con la sua vela fu lanciato come
la donna cannone (il righe ha occhi azzurri e capelli biondi con una coda di
cavallo lunga fino a mezza schiena)
“Righe!! … Tutto a posto?....aspetta ….. devo andare da ….che ha
fatto un casino … che ….ha… arrivo subito!”
“Thomas!!!! La tavola!!! La tavola!!”
“Si si…. Arrivo subit….”
“La tavolaaaaaa!!!”
Fu quella una mattina memorabile! Anzi, fu una giornata
memorabile, anzi, fu una festa memorabile, fu LA FESTA!
Ma come tutti i Peler anche quel pelerone finì e tutti,
incredibilmente fummo recuperati davanti al circolo….anche il Righe.
“Ocio!! …Righe….no…scusa… nooo … La tavola!!! …. Ma non ti
ho dato la tavola!!”
“No sta preocuparte Thomas, ho fatto body drag da fogo tutta la
mattina!!”
E così “tutto è bene quel che finisce bene …e l’ultimo, chiude la
porta” (cfr Nick Carter)
IL Gigi
EP5 - L'uomo boa
Ah sì! Questa proprio bisogna
raccontarla!
In quel tempo Thomas stava cercando il modo migliore per rilanciare le vele ai suoi kiters. La Katapulta non era neanche un’idea: come paragonare la macchina dei Flinstones all’astronave Enterprise di Star Trek.
Le vele erano come dei blocchi di cemento con quattro fili (e intendo proprio fili) attaccati ad un bastone lungo un metro, il boma: facevano di tutto tranne che volare. La loro forma ricordava più quella del lenzuolo del letto di nonna Abelarda che il Delta-C della futura F-One o della bizzarra, ma aereodinamica e fantastica, forma delle Kaiman Advance. In pratica, Thomas doveva far volare queste lenzuola pesantissime e grandissime, e noi con lui.
In quel tempo Thomas stava cercando il modo migliore per rilanciare le vele ai suoi kiters. La Katapulta non era neanche un’idea: come paragonare la macchina dei Flinstones all’astronave Enterprise di Star Trek.
Le vele erano come dei blocchi di cemento con quattro fili (e intendo proprio fili) attaccati ad un bastone lungo un metro, il boma: facevano di tutto tranne che volare. La loro forma ricordava più quella del lenzuolo del letto di nonna Abelarda che il Delta-C della futura F-One o della bizzarra, ma aereodinamica e fantastica, forma delle Kaiman Advance. In pratica, Thomas doveva far volare queste lenzuola pesantissime e grandissime, e noi con lui.
Ti ritrovavi in barca, tutto bello vestito; si gonfiava la vela e il Guru la gettava in acqua e pian piano scioglieva le linee. Quei quattro spaghi erano più le volte che si incasinavano che altro e la vela, che era come un condominio, tirava e tirava e tirava anche con solo cinque nodi di vento che più di una volta tirava … il povero Thomas fuori dalla barca, dritto nel lago. Per evitare questo, non c’era altro da fare che mollare il boma e …perdere la vela in acqua, vela che incredibilmente iniziava, non si sa ben perché, visto che era un macigno, a rotolare avvolgendo quei quattro cavi su sé stessa come il gancio di una impastatrice avvolge la pasta quando si fa il pane. Come si dice in gergo si “incaramellava”: si avvolgeva su sé stessa come si avvolge una caramella per chiuderla ed era finita prima ancora di cominciare.
Allora, prima che ciò accadesse (perché ciò accadeva!) il Guru ti guardava con quei suoi occhi …sbatteva le ciglia con la faccia del gatto de “il gatto con gli stivali” e con sguardo supplicante ti diceva
“Cioè …. Adesso …. C’è bisogno
di un volontario...che si tuffa in acqua?”
Fu quello l’inizio dell’era dell’Uomo Boa. Questo povero kiter si tuffava in acqua (completamente vestito, trapezio incluso, che non si sa mai) afferrava la vela per la leading edge, dall’interno, e la teneva mentre le linee calavano in acqua. Nel frattempo la vela tirava lui e la barca.
Poi, se tutto andava bene,
dal centro della laeding edge:
“ ok …adesso spostati verso il rosso… all’attacco
del back… ”.
“Si …adesso ….girala, non così …dall’altra parte … si no, nuota e
portala a bordo finestra ….tirala su! Ancora ….non sei a bordo finestra! …nuota
di più….spostati a destra…”
come se fosse facile gestire una AMP 18 o peggio
21 (!!)
“..adesso girala…. alzala….dai ….si! …. Ocio!! .. Ocio!! No no no no!!”
Ed era tutto da rifare.
In pratica l’Uomo Boa era il tizio che ti alza la vela in spiaggia, solo che lui era nel lago. A volte il boma sgusciava ugualmente dalle mani del Guru …
“
Ocio! Prendilo!!! ….. bravo!”
Così, tu, che eri nell’incavo della vela,
intercettavi le linee, ti aggrappavi al boma e te lo fissavi al trapezio (che
saggiamente avevi addosso). Altre volte l’Uomo Boa veniva sotto la barca, gli
si agganciava il boma al trapezio e con lui a tener la barra, si sistemavano i
cavi. L’Uomo Boa era logicamente l’ultimo ad uscire. Dopo aver tenuto la sua
vela, l’uomo boa nuotava (ormai stremato) verso la barca, raggiungeva Thomas,
si metteva a pancia in su, si agganciava il “chicken-loop” e Tom, ora con la
barca libera andava a rialzargli la vela.
Non ricordo più bene quante volte abbia interpretato la parte dell’Uomo Boa, ma alla fine la tecnica fu perfezionata e funzionò per molto tempo a meraviglia. E forse è un anche un po’ grazie all’Uomo Boa che quel vecchietto è diventato così bravo che in un attimo ti ritrovi nel lago a far kite.
W l’Uomo Boa … a cui alla fine della “session” si offriva una birra … ovviamente!.
IL Gigi
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EP4 - La birretta dalla Mariella e la Lasco CUP
Ai miei tempi (e nello scrivere questo, l’unica cosa bella è che noi senator abbiamo fatto più kite di voi!!)
… ai miei tempi, dicevo, eravamo in pochi, e di solito ci si stava in una barca soltanto. Il Peler allora veniva giù cattivo, a volte durava tanto, a volte un po’ meno e c’era una cosa bellissima che si faceva (non abbastanza spesso): Thomas ci portava dalla Mariella a farci la birretta di fine Peler. Che bello!
Ma chi è la Mariella? La Mariella è tutt’oggi un mito del Prà de la fam. La Mariella era IL Prà de la fam, lei e la sua roulotte, il suo chiosco, le sue brioche e le sue birrette. Mito dei windsurfisti, è stata poi un riferimento anche per noi. Quando volevi vedere com’era il vento e il meteo andavi su www.pradelafam.net (il “.it” le è stato fregato da un furbone...) e leggevi … “ore 6.05 brezza tesa” e poi la Mariella racconta che iniziavano le telefonate…che vela?... che tavola? … e dal chiosco saliva il profumo di brioches appena sfornate.
Quello che un po’ succede oggi al Malibù con Davide che scrive nella chat “ ..il lago dorme ancora” … “vento leggero ma in possibile aumento” e il profumo delle brioches che aleggia nell’aria proprio quando arriva la kata.
Ma a quei tempi (e ricordo che comunque noi vecchietti abbiamo fatto più kite di voi!) la Mariella era un vero idolo. L’approdo al porticciolo del Prà per la nostra barchetta era semplice, quando si arrivava e sbarcavamo noi pochi kiter tra i molti windsurfisti (che ci guardavano anche male), con i loro furgoni parcheggiati al Prà e le mute stese ad asciugare. Si andava dritti dalla Mariella, per la sua birretta fresca, a celebrare il ventone, i salti sganciati, le “pacche” prese sbagliando manovra … eravamo dei veri asini! Ma che bello, tutti malati di Thomasite e proprio Thomas spesso frugava nelle sue tasche per vedere se era avanzato magari qualche soldo dall’anno prima, dimenticato nella tasca ma ora utilissimo per pagar la birra. Del resto noi i soldi non sapevamo proprio dove metterli fino a che non sono arrivati i sacchetti impermeabili per i telefoni … e lì sì che ci stavano i soldi per la birra! Eravamo tutti allegri e felici. Poi a fine 2004 la Mariella ha traslocato a Limone. Ricordo ancora la foto del chiosco-roulotte portato via. Andò a Limone, ma il vento a Limone a noi non interessava, troppo distante dal nostro spot per essere un riferimento corretto. Il Prà si stava trasformando: aprì il relais Torre degli Ulivi e la Mariella tornò a gestirlo un paio di anni dopo, ma non fu più la stessa cosa. Arrivò anche la Kata e parcheggiare quell’aggeggio un po’ troppo largo nel porticciolo del Prà …non era cosa troppo saggia … neanche per Thomas.
Il Prà deve il suo nome ai navigatori lacustri del XVI secolo che nel percorrere questo tratto di lago, trovandosi spesso venti contrari (e le buriane del lago), si dovevano fermare qui anche per più di qualche giorno. Da qui Prà de la Fam cioè Prato della fame. Anche la splendida limonaia del Prà ha origini ancora più antiche, creata dai frati Francescani di Gargnano nel XIII secolo importando i limoni dalla Liguria.
Poi allora c’era un’altra cosa fantastica: la Lasco Cup! La LC si teneva ogni giorno, il mattino con il Peler e il pomeriggio con l’Ora. Chi la vinceva pagava la birra a tutti (…mi sento un po’ alcolizzato a questo punto …pazienza!) Ora: non c’erano/non tutti avevano il cellulare e quindi l’ordine di Thomas era “NON SCARROCCIARE!”.
“Vedi, … il limite…sono le gallerie…cioè se le superi io non ti vengo a prendere (non è vero!) ..attento quindi quando sei là … non più in giù di là. …devi bolinare … non puoi perdere acqua più sotto di lì anche perché poi …. Magari …il vento …lì …. trovi un buco … non c’è più vento! …. E stai a destra ….oppure sotto le rocce che magari un paio di nodi in più ce li hai”.
O ancora
“quando siete alla casa gialla … siete già troppo in giù … il limite … la casa gialla. Non andate fino al Prà che è …. lontanissimo. …già al Forbicicle siete oltre al limite”.
La cosa bella della giornata era scommettere chi avrebbe scarrocciato di più, avrebbe vinto la Lasco Cup e avrebbe offerto la birra a tutti. Non per niente uno di noi è Diego “lasco”!
IL Gigi
EP3 - Andrea Malavasi gli spaghetti alle vongole di lago e la tavola in aria
Erano quelli i tempi (di noi vecchietti) in cui si dormiva in macchina nel parcheggio per prendere il Peler del mattino...
Andrea Malavasi, che è uno dei miei migliori amici, era uno di quelli. Emiliano di nascita (ma per sbaglio), residente a Mirandola, è diversamente alto, tutto muscoli e una pelata che, come la mia, risplende quando riflette la luce del sole e ammalia quando c’è la luna. Già solo il suo accento emiliano ti fa sorridere …poi quando ci mette il resto è spesso possibile ritrovarsi piegati in due dal ridere. Il suo carattere è diversamente mite, e spesso, ma non sempre, viaggia in compagnia di Gesù e la sua mamma e … una birra ghiacciata.
In quel tempo avevamo iniziato usando le Wipika per poi passare all’F-One e alle poi ancora alle Advance. L’importatore era Alessandro Mazzucchelli, amico di Thomas, Giulia e Francesco (kite-art), e pietra miliare della storia del parapendio, come del Kite. Le nostre Bandit erano appena arrivate, quella di Andrea era rossa, me la ricordo ancora. Al primo volo …si aprì in due!!... scucita! Quel giorno arrivò anche il pullman dei santi, e ancora oggi Thomas si ricorda di Alessandro Mazzucchelli che, sconsolato, camminava su e giù nel suo magazzino di Sale Marasino gemendo e mormorando disperato “Andrea Malavasi ... Andrea Malavasi ….. Andrea Malavasi …..): Andrea gli aveva telefonato (solo qualche volta) lamentando il problema (e sto ancora ridendo ricordando le telefonate).
Oggi Mazzucchelli vive a Courmayer, ha abbandonato l’import di Kite e si dedica con Francesco Kite alla realizzazione di sedili futuristici per auto, treni e aerei, che tra qualche anno vedrete in giro. Non so bene se questa decisione sia dovuta anche ad Andrea Malavasi (J).
Quel giorno Andrea non era riuscito a salire per il Peler, ma stava sfidando (ancora una volta) gli autovelox e la polstrada della A22 per prendere l’Ora. Così mi chiama e mi dice (pensate a questa conversazione con accento emiliano) “C’è vento? E’già salita l’Ora??!!” “No, no, stiamo preparando le vele e poi mangeremo qualcosa.” “Anche io mangio qualcosa allora!” “ok” rispondo “cosa prendi?” “quello che prendete voi, tanto, basta che mangio qualcosa…” “ Ah, va bene allora, ti ordino un piatto di spaghetti con le vongole di lago, perché credo che il piatto coi gamberi del Trimelone sia finito, l’ultimo lo ha ordinato Thomas!” “Benissimo! Perfetto! Sono un Signore! Dieci minuti e arrivo, sono ad Affi.” Quando arrivò (12 minuti), disse fiero “io ho già ordinato! Ho un piatto di spaghetti con le vongole di lago!” Ovviamente ci fu una risata generale; io mi beccai un “mavacaga’!” e dovetti offrirgli una birra… ma ne valse la pena! Così gli spaghetti alle vongole di lago divennero un piatto famoso! (in quei tempi in cucina mi pare ci fosse la Sabri).
Thomas ci prendeva in giro perché io e lui usavamo le Bandit F-One (ho ancora una Bandit -2006- e una Bandit Dos -2007- oggi trasformate in Kite-Art da Francesco), che, tra l’altro furono le prime vele ad avere quella forma, il Delta-C, e che fecero la storia del free style. “Ma no … ma non vedi …sei sempre li con la barra in battuta … sempre carico … e la forza ….no…cioè ….devi scaricarla ….sei troppo in tensione, troppa tensione… non va bene… sempre …sempre ..cioè cattivo…”.
Malavasi, che era diversamente buono, e anche io, era quello che cercavano… il vento cattivo …la vela più cattiva … per saltare di più e più in alto. Non abbiamo mai più abbandonato F-One. Ma c’era un problema: in acqua non avevamo i cellulari, figurarsi i GPS. Quindi, per segnalare un problema l’idea fu quella di … togliersi la tavola, metterla in verticale ed agitarla. “Così io ti vedo e ti vengo a prendere.” Malavasi aveva una tavola gialla! Quel pomeriggio l’Ora fu gagliarda e si saltava solo facendo raely sganciati. Ma ad Andrea in uno di quei salti si “incaramellò” la vela. Alzò la tavola … la sventolò, tenendola in verticale e la sventolò, e ancora la sventolò …tenendola in verticale…. eccome se la sventolò….
Gesù andò direttamente da Thomas (che subito subito non è che proprio avesse visto una tavola gialla agitarsi nel lago) e così gli parlò: “Figliolo, io ti perdono. Ma sei proprio sicuro che quella della tavola in verticale sia una buona idea? Non si vede in mezzo al lago, nemmeno se è gialla!” E così si dovette pensare a qualcosa d’altro.
IL Gigi

EP 2 - George from the Gorge e la corrente a bassa tensione
In quel tempo
all’XKite comparve George, un americano che aveva preso moglie, figli e un
camper ed aveva deciso di girare il mondo. L’istruzione ai figli (piccoli) era
fatta a casa/camper dalla moglie (negli Usa si può) e questa famiglia aveva
fatto tappa da noi. Non ricordo bene da che parte degli Usa arrivasse George,
ricordo che raccontava che dove viveva lui c’erano queste gole/canyon (gorges)
con questi corsi d’acqua che poi sfociavano formando dei fiumi su cui lui
faceva kite (!!): da qui “George from the Gorge”. Quella mattina il meteo prometteva
la “botta da Nord” (quella che vi ho detto che a volte è meglio evitare) e,
infatti, Thomas ci portò fuori in barca per prenderci la “botta”. Con noi c’era
anche George, ovviamente! Il vento era una meraviglia, un Peler di quelli
cattivi veri, da sballo. Poi il tempo è peggiorato. Il cielo si è fatto sempre
più nero, il vento sempre più forte, sentivamo i tuoni sui monti sopra
Campione. Le istruzioni ricevute in caso di maltempo erano: quando il cielo è
nero, si sentono i tuoni e magari si vede anche qualche fulmine, meglio buttar
la vela in acqua e attendere, pieni di speranza, che Thomas venisse a
prenderti.
Quel che non
sapevamo era che… “ma sento dei pizzicori alle mani. Li senti anche tu Gualty?”
“Si è una cosa strana, li sento come sulla punta delle dita.” Mi risponde
Gualty “sarà la cervicale!” “ma non credo; li sento anche io e solo adesso,
prima no!” “ma sembra quasi che ci sia puzza di … ozono…nell’aria…anzi no, come
se l’aria fosse…. ELETTRICA!!” “mah…. io butterei giù la vela….non si sa mai…”
“Thomas, ma
sentivamo come la scossa sulle dita …. sulla barra” …”Si…ma no…cioè è l’aria
cioè il vento che quando va ….allora passa tra le linee ….e sulla vela cioè
anche ….e crea questa cosa”. Si ma cos’è? Era una scossa!” “ No… Si…il kite è
come un parafulmine … è elettricità statica che si accumula….col vento che
passa e crea corrente elettrica …che poi si scarica a terra…cioè in acqua lungo
le linee. Ma non preoccuparti è corrente elettrica a bassa tensione!!”
E così siamo
rientrati sani e salvati dal buon Thomas!
Eravamo sul
molo di Acquafresca a guardare questo magnifico spettacolo della natura che ci
aveva tutti ammaliato, come al solito. Poi le nuvole si sono fatte più scure,
più nere, più basse, e mischiate tra loro nuvole bianche come il ghiaccio. Il
vento era sempre più teso, il lago sempre più bianco di ochette. Così George
disse: “da noi questo prelude a un tornado." Succede anche qui da voi?” “No di
certo!” gli risposi “mai visto un tornado sul lago; vero Tom?” e così dopo un
minuto quelle nuvole basse iniziarono a ruotare, creare un mulinello nero e
ghiaccio… e si formò una tromba d’aria bella grande in mezzo al lago!
Del resto,
tutti possono sbagliare!
IL Gigi

EP1 - L’orsa di corsa e il trofeo Gorla
Cosa sarebbe stato Xkite senza Thomas?
…. Ma soprattutto … cosa sarebbe stato Xkite senza Giulia Seppi?
Dopo aver scritto a Thomas, non era immaginabile non scrivere a Giulia.
Per cui, dopo aver messo insieme queste parole sulla mitica Giulia, roccia e caposaldo di XKite, ho mandato i miei pensieri a Thomas per avere un suo parere/giudizio. E’ stata, ovviamente, la parte più difficile … ma anche la più carina, a dir il vero, perché dalle sue parole si percepisce tutta la stima, la considerazione e l’amore verso questa donna che ha fatto di Xkite la nostra famiglia.
Lascio a voi scoprire il perché trascrivendo di seguito l’ultimo messaggio che il Guru mi ha mandato.
“…però mi verrebbe da dire che ancora… se vogliamo scrivere qualcosa di più, che glorifichi la Giulia, c’è ancora troppo Thomas di mezzo …. sembra una segretaria di Thomas …ma lei da segretaria di Thomas si è trasformata fin da subito in un elemento essenziale che ha fatto nascere e crescere la scuola…(e il kitesurf in tutto il lago di Garda, e non solo, n.d.r)…
Cosa sarebbe stato Xkite senza Thomas?
…. Ma soprattutto … cosa sarebbe stato Xkite senza Giulia Seppi?
Se per noi vecchietti Thomas è stato un’esplosione di idee (decisamente anche troppe e, a volte, decisamente tutte insieme) e sicuramente il nostro kite-Guru, Giulia è sempre stata la persona che ha saputo creare, reggere e coordinare tutto l’XKite.
Sull’account Whatsapp di Giulia si leggeva “Orsa di corsa”: ed era vero! Giulia che sistemava le vele, Giulia al pc che gestiva le lezioni, i lift, Giulia che sistemava Thomas che si era dimenticato qualcosa, Giulia che ordinava le vele, Giulia che faceva contabilità, teneva le relazioni con il mondo velico; Giulia istruttrice degli istruttori di kite; Giulia che creava la didattica Kite e XKite; Giulia organizzatrice che metteva in riga e traduceva i dati coerenti (e incoerenti) che uscivano dalla mente di Thomas, e Giulia un vulcano di idee che hanno fatto del kite lo sport che è oggi e di Xkite la bella famiglia che è oggi. Giulia che, se l’Xkite esiste, molto è merito suo (Articolo della gazzetta dello sport).
E così, tra le tante iniziative che ha realizzato, eccola in una intervista “on line” (Che trovate qui!)
E poi… se avevi una domanda e volevi una risposta, la facevi a …Giulia!
Per descrivere ancora Giulia mi fa piacere ricordare un episodio:
ogni anno sul nostro lago, fine agosto/primi di settembre, si svolge il Trofeo Gorla, la regata più importante dell’alto Garda. Praticamente ogni anno, durante il trofeo Gorla il tempo si guasta e in pochi minuti il vento gira, il cielo diventa scuro, piove, grandina si formano onde alte più di un metro e le raffiche di vento arrivano anche oltre i 50 nodi! Le barche della regata si trovano in un frullatore di vero e puro terrore (ricordatelo voi che amate uscire con la “botta da Nord!).
“…quando il lago “s’incazza” sono guai. Sono incredibili le immagini del Trofeo Gorla del 2003, sul Lago di Garda: “Vento a 65 nodi, 75 uomini tratti in salvo”, si legge sul sito del Volontari del Garda
Quel giorno uscirono tutti a soccorre gli sfortunati del Gorla, motovedette dei Carabinieri, Guardia costiera, gommoni dei Vigili del Fuoco … e Giulia Seppi. Ora, lei vi racconterà, (forse, e solo se glielo chiederete) che sono usciti molti altri con lei, e come lei, con i gommoni a prestare soccorso, e che quindi non capisce come mai proprio e lei abbiano dato la MEDAGLIA D’ARGENTO AL VALORE CIVILE. Giulia mandò la mamma a ritirare per lei la medaglia in prefettura, perché lei era ...in Egitto a far Kite e la medaglia è a casa da qualche parte.
Ma questa è Giulia, l’Orsa di Corsa.
Grazie Giù!
Il Gigi
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